Walt Disney e Topolino

Essere come Walt Disney, la sua magia per la nostra crescita!

Essere come Walt Disney, la sua magia e storia per la nostra crescita personale!

 

Se almeno una volta ti sei perso nella magia della Disney, in uno dei suoi film o in un parco a tema sarà probabilmente capitato anche a te di chiederti: “ma come ha fatto a far nascere tutto questo? Come ha fatto Walt Disney a dare vita ad un prodotto del genere?”

Il marchio Disney è diventato simbolo di un qualcosa più grande di una singola azienda, un qualcosa conosciuto in tutto il mondo, da grandi e piccini, che ci fa venire immediatamente alla mente Topolino ed i parchi a tema, le principesse ed i film d’animazione.

Ma anche un “mastodonte” del genere è nato da una singola idea, una singola persona che ha fatto partire il tutto, ma come ha fatto?

Walt Disney e Topolino
Walt Disney, mente creativa dell’impero che porta il suo nome

È sempre stata una domanda latente per me ed alla scoperta di questo libro non ho potuto far meno di leggerlo (prima in versione Blinkist poi per intero) al fine di cercare di capire qualcosa di più e rubare qualche segreto al buon Walt.

Il Libro in questione è How To Be Like Walt: Capturing the Disney Magic Every Day of Your Life di Pat Williams.

 

 

Ecco cosa mi è rimasto in mente di questa opera:

Da bambino e da ragazzo Walt Disney ha dovuto lavorare molto duramente.

Il padre, agricoltore, fu costretto in seguito ad una malattia a cessare la propria attività per trasferirsi a Kansas City, dove divenne gestore di un centro distributivo del quotidiano locale, il Kansas City Star.

Indovinate chi fu, insieme al fratello uno dei ragazzini che consegnava i giornali….

Proprio così, Walt Disney ed il fratello Roy furono costretti a lavorare per aiutare il padre, senza paga ovviamente 😉 Partivano alla mattina prestissimo per la consegna dei giornali, per poi tornare al termine della giornata scolastica ad occuparsi della preparazione delle consegne del giorno seguente.

Questo inizio alla “Cenerentola” gli fece imparare ben presto cosa significassero i termini “duro lavoro” e “fatica”.

Tutta questa parte manuale e pratica, veniva, per fortuna di Walt affiancata da un carattere molto aperto, con spunti da intrattenitore e creativo, infatti, già alle elementari Walt era riconosciuto a livello scolastico come un intrattenitore nato!

La creatività era la più grande forza di Walt Disney e spesso la propria vita era la sua ispirazione principale.

 

Disney era un creativo “a getto continuo” una di quelle persone che aveva sempre in mente un idea nuova, un personaggio nuovo o pronto per una nuova ispirazione.

Credeva così tanto nella creatività e nella forza delle sue idee da non essere nemmeno geloso delle stesse, tanto che, quando uno dei suoi primi personaggi, Oswald the Lucky Rabbit, gli fu “fregato” non fece una piega e poco dopo creò un nuovo personaggio principale, che poi entrerà nella leggenza e diventerà anfitrione e simbolo della Disney stessa: Mickey Mouse (Topolino).

Walt Disney pensava alla creatività come ad una competenza che poteva essere appresa da chiunque, piuttosto che a un talento riservato a pochi eletti.

Di conseguenza, teneva costantemente d’occhio le nuove idee nelle persone e nel mondo intorno a lui.

 

La sua tattica ha spesso dato risultati sorprendenti. Ad esempio, quando l’attrice Ilene Woods arrivò negli studi Disney per registrare una delle canzoni di Cenerentola, Walt era lì per ascoltare la sua esibizione.

Durante la scena in cui viene interpretata questa canzone, Cenerentola sta lavando il pavimento; proprio mentre Disney stava ascoltando la Woods cantare, improvvisamente visualizzò l’immagine di una bolla di sapone che si innalza, riflettendo l’immagine di Cenerentola.

Questa immagine è poi diventata uno delle più emblematiche del film; infatti, l’immagine rifessa nella bolla canta in armonia con Cenerentola, moltiplicandosi più e più volte, fino a quando un intero coro di Cenerentole canta insieme.

 

Se questo non è creatività ed avere buone idee ditemi cosa lo è…

 

Walt Disney raccoglieva idee da quello che succedeva intorno a lui; usava le avversità e gli eventi che gli capitavano come basi per le proprie storie; ad esse aggiungeva un immaginazione galoppante che lo portava, in concerto al suo team a trasformare una disavventura in un cartone animato divertentissimo:

(Una disavventura con un vigile urbano diventò Traffic Troubles, uno dei cartoon più visti del primo Topolino).

 

Walt Disney non smise mai di correre rischi ed i risultati premiarono il suo coraggio.

Nonostante la quasi immediata popolarità di Mickey Mouse, il buon Walt non si adagiò sugli allori neanche per un momento, passando da un idea alla successiva, anche ponendosi di fronte a grandi sfide ed investimenti non sempre sicuri.

Ebbe il merito di generare buoni rapporti con le menti più brillanti dell’epoca, sia per conoscenza personale che per il proprio team, non fu mai geloso delle proprie conoscenze e possibilità.

Parte di queste conoscenze, oltre a praticamente tutti i guadagni portati dall’exploit di Mickey Mouse furono investiti totalmente (arrivò persino a fare debiti ed ipoteche) su un progetto in cui credeva moltissimo, la prima versione del cartoon di Biancaneve.

Questo investimento e focalizzazione pur portando ad un costo totale dell’opera pari ad un milione di euro di allora, si concretizzo in un grande successo, in quanto Biancaneve diventò uno dei film più popolari dell’epoca, decuplicando come guadagno i soldi investiti nella creazione dello stesso.

Anche dopo questo enorme successo Walt Disney continuò a sperimentare tragedie e battaglie.

Anche dopo questo secondo enorme successo, il buon Disney non si rilassò neanche un attimo ed investì i guadagni immediatamente in un nuovo progetto, Pinocchio.

Purtroppo, anche a causa del delicato momento in cui uscì (1940, l’Europa aveva problemi maggiori dell’andare al cinema) questo film non ebbe il successo sperato ma il buon Walt non demorse mai nè abbandono i suoi progetti.

 

Walt Disney non pensava mai di avere “imparato abbastanza” o di essere il migliore.

Disney era maniacale per quanto riguarda il miglioramento ed era sempre alla ricerca di nuove idee e nuove competenze.

Alcune delle cose a cui pensò per primo ci fanno pensare alla sua elasticità mentale ed al suo autoimposto livello di Kaizen (no, non è una parolaccia, è un bellissimo termine giapponese, quasi una filosofia di vita che indica il miglioramento continuo):

  • Portò animali vivi nei suoi studi durante la creazione di Bambi, al fine di accrescere il realismo dei disegni del suo team.
  • Lavorò con artisti provenienti da culture diverse al fine di ottenere dettagli e particolarità speciali alle foreste di Bambi.
  • Fu il primo ad aggiungere colore ai suoi cortometraggi.
  • Cercò competenze trasversali, come quando corteggiò lavorativamente il famoso direttore d’orchestra Leopold Stokowski per convincerlo a creare le musiche di Fantasia.
  • Inventò il suono stereofonico.

 

Per Walt Disney le idee erano più importanti dei soldi.

Un idea che a suo parere era vincente (i parchi Disneyland) era da conseguire nonostante la mancanza di supporto e di fondi.

Disney si “sbattè” per lungo tempo per creare questo progetto arrivando perfino a risparmiare il proprio denaro ed a chiedere prestiti personali per la realizzazione dell’idea di un parco.

Era così convinto della cosa che riuscì a far investire nel suo progetto anche il fratello Roy (perfetto bilanciamento di Walt, l’uomo dei conti, nessun spazio alla fantasia ma solo ai numeri) e molti dei suoi dipendenti, creando così un idea, un progetto pilota di parco che sollecitò l’interesse dei grandi network televisivi che in cambio di partecipazioni e di diritti sulle opere Disney aiutarono il finanziamento dell’idea e la realizzazione dell’opera, anch’essa un ennesimo successo!

 

Disney era sempre aperto alle idee dei suoi collaboratori, non cercava di rubarle, ma le coltivava ed implementava; usando competenze ed “illuminazioni” degli stessi per migliorare i propri lavori e le proprie procedure.

Proprio da questi scambi di competenze e unione di cervelli nascevano dettagli che portavano una buona opera o rappresentazione a diventare grande o eccelsa.

La condivisione delle idee era un passo fondamentale per Walt Disney e i metodi per farlo riscuotevano in lui un grandissimo interesse.

Ad esempio, prese spunto da cartelloni appesi in ufficio dai suoi collaboratori per inventare gli story-board per ogni progetto.

Ovviamente gli stessi erano fruibili da tutti e ciascuno poteva aggiungere idee ad ogni progetto contribuendo così a creare nuovi personaggi, esperienze e colpi di scena.

 

In sintesi:

Walt Disney fu un grande regista e genio creativo.

Non si rinchiuse mai in una torre d’avorio; ma utilizzò le proprie competenze ed il proprio denaro per porsi come mentore di fronte a giovani artisti che accrescevano così il valore dei prodotto dell’azienda.

La maggior parte delle idee di Walt Disney vennero dall’insieme di due indispensabili fattori:

  • un occhio attento a quello che gli succedeva intorno,
  • tanta creatività utilizzata in maniera perfetta.

 

Questo ha creato un personaggio ed un azienda immortale che rimarrà nella storia e nella fantasia di tutto il mondo.

 

Cosa ci può insegnare Disney?

Addestrare la propria creatività, utilizzarla sempre, allenando questo “muscolo”.

Focalizzazione su un obiettivo e creazione delle condizioni ideali per raggiungerlo.

Apertura completa a nuove idee e nuove esperienze, al fine di ottimizzare il proprio ciclo di lavoro e creare nuove opportunità.

Sentirsi arrivati è un errore, una fermata che non dovrebbe mai essere effettuata.

Puntiamo ad un obiettivo e dopo averlo raggiunto prendiamoci il tempo per festeggiare, ma poi ripartiamo a lavorare su un nuovo obiettivo ancora più sfidante.

 

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