Vengono pubblicati libri di crescita personale o affini quasi ogni giorno, ma solo alcuni riescono a superare indenni l’oblio del tempo, risultando fondamentali, utili ed attuali anche quasi 2000 anni dopo; uno di questi è Colloqui con sé stesso di Marco Aurelio.

 

Colloqui con sé stesso, l’autore.

Tranquilli, nessuna lezione di storia romana, ma giusto qualche riga per capire meglio il personaggio dalle cui parole ci stiamo “abbeverando”.

 

Marco Aurelio Antonino Augusto, meglio conosciuto come Marco Aurelio, è stato un imperatore, filosofo e scrittore romano.

A 17 anni fu adottato, su indicazione dell’imperatore Adriano, dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio che lo 28nominò erede al trono imperiale di Roma.

Marco Aurelio fu imperatore dal 161 sino alla morte, avvenuta per malattia nel 180 d. C. a Sirmio.

Colloqui con sé stesso
Colloqui con sé stesso, busto dell’autore

Nato il 26 aprile del 121 d.C. in una famiglia benestante, Marco Aurelio fu allevato principalmente nella casa di suo nonno. Entrambi i suoi genitori sono morti quando era ancora un bambino.

 

Colloqui con sé stesso, le basi di questa opera

Fin dall’inizio la sua caratteristica distintiva era la sua ricerca della conoscenza.

Era attratto dalla filosofia, ed era particolarmente interessato allo stoicismo, pensiero ed idea basato sulla nozione che i comportamenti, non i pensieri o le parole, dovrebbero definire la virtù.

 

Colloqui con sé stesso, l’opera

C’è molta incertezza riguardo ai dettagli della storia di Marco Aurelio, ma l’immagine più chiara è stata ricostruita attraverso una serie di note che ha scritto a sé stesso, conosciuti come Colloqui con sé stesso, o Pensieri e Meditazioni.

Le meditazioni sono una delle opere più influenti dello stoicismo.

È un manuale senza tempo per imparare a vivere una vita equilibrata.

I “Colloqui con sé stesso” danno anche un’idea della chiarezza e dell’apertura mentale con cui pensava Marco Aurelio. Egli ha descritto il mondo com’era realmente piuttosto che come sperava che fosse.

 

Alcune delle lezioni presenti in Colloqui con sé stesso.

Cervello sempre efficiente

Il nostro cervello è bersagliato ogni secondo da stimoli interni ed esterni che devono essere processati, ignorati o gestiti in qualche modo.

Già nel nostro cervello c’è una parte che si fa un po’ i fatti suoi (il cervello rettiliano) se poi il resto non lavora con efficienza, siamo proprio rovinati…

Esiste però un modo, già teorizzato da Marco Aurelio in Colloqui con sé stesso e consiste in tre diversi modi per affrontarlo:

 

Allenati a combattere la modalità automatica

Attraverso le sue Meditazioni, Marco Aurelio si è concentrato nel sottolineare il valore di guardare oltre ciò che intuitivamente vediamo in superficie nella vita quotidiana per capire meglio il mondo.

Detto con le sue stesse parole:

“Niente ha un tale potere di ampliare la mente come la capacità di indagare sistematicamente e veramente tutto ciò avviene sotto i tuoi occhi nella vita”.

Sebbene l’attenzione non si presti automaticamente a ogni informazione rilevante, possiamo allenare il nostro cervello a essere più pro-attivo.

È da qui che iniziano la consapevolezza e il pensiero chiaro, ora lo chiamano quiedora o mindfulness, ma è un’abilità che ha radici molto antiche…

 

L’obiettività

Uno dei punti cardini della consapevolezza è l’obiettività.

È una specie di neutralità che mira a vedere il mondo così com’è e non attraverso giudizi e pregiudizi personali. Non è facile da coltivare.

In base al nostro imprinting , i nostri sensi assorbono le informazioni in relazione a dove siamo, cosa stiamo facendo e come ci sentiamo.

Il mondo ci bombarda di stimoli e questi stimoli seguono un diverso percorso neurale in ognuno di noi.

Tendiamo infatti a considerare ogni evento che accade accanto a noi come se fosse in funzione nostra, pensandoci egoisticamente al centro del mondo.

In questa opera, ed in generale nella sua vita, una cosa che spicca di Marco Aurelio è la sua profonda capacità di allontanarsi e uscire dalla sua stessa mente per vedere il mondo e se stesso senza alcun attaccamento emotivo.

Questo aiuta a spiegare la profondità delle sue intuizioni.

Marco Aurelio era in grado di espandere il suo cerchio di consapevolezza sintonizzando se stesso e aspirando a vedere le cose da una prospettiva singolare.

Questa è una tattica molto pratica che non utilizziamo mai abbastanza.

Marco Aurelio “dice” che dovremmo cercare di basare le nostre osservazioni come se le vedessimo da fuori, da una posizione neutra.

 

Allontana la confusione dalla mente

Uno degli aspetti distintivi delle Meditazioni è che Marco Aurelio ha scritto l’opera soltanto per sé stesso.

A detta di studiosi e storici questa opera sembra essere un diario molto personale.

Questo ci dice che il suo scopo per la scrittura non era necessariamente quello di condividere la sua saggezza, ma era probabile che si esercitasse nella pulizia e nell’organizzazione della propria mente.

Con il suo diario Marco Aurelio è stato in grado di estrarre le informazioni che vagavano irrequiete nella sua mente e organizzarle in principi concreti a cui poter aspirare.

Questo stesso effetto è raggiungile anche attraverso la meditazione, o con delle passeggiate nella natura e anche grazie ad alcuni tipi di esercizi fisici.

La mente umana è molto rumorosa, ma creando una routine che ci consenta di chiarirla, possiamo renderla meno più “pulita”.

Costruendo un’abitudine che si concentra sull’ordinare i nostri pensieri, possiamo declinare la complessità che deriva dal vivere in un mondo sempre più affollato.

Forse è davvero ora di iniziare a tenere un diario personale…

 

Conclusioni su colloqui con sé stesso

La consapevolezza è uno stato mentale che mira a comprendere la realtà il più vicino possibile alla verità.

Marco Aurelio era un leader politico che aspirava attivamente alla saggezza e che era principalmente guidato dalla conoscenza. Ciò che spinse Aurelio a guidare con successo uno degli imperi più potenti della storia fu la sua capacità di sfruttare la chiarezza della sua mente.

Stessa cosa dovremmo riuscire a fare noi nel nostro piccolo,

La capacità di pensare chiaramente è un vantaggio fondamentale ed è una capacità che può essere acquisita come qualsiasi altra abilità. Serve soltanto fare pratica.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.