Cervello rettiliano, che roba è?
Mondo ideale (cervello rettiliano disattivato): settiamo un obiettivo, lo dividiamo in tante piccolo azioni, facciamo partire il Pomodoro timer e ci concentriamo sullo stesso fino al raggiungimento.
Mondo reale: settiamo un obiettivo, lo dividiamo in tante piccole azioni, creiamo un documento di Word listato per farlo, poi le mettiamo tutte su una tabella con relativo segno di spunta ben formattato, poi stampiamo il foglio, lo mettiamo sulla scrivania di fianco alla nostra postazione e decidiamo che per oggi abbiamo già lavorato abbastanza…
Mai capitato? A me sì 😉
Ma perché ci succede e qual è la causa?
Ecco la risposta, il nostro cervello rettiliano (lizard brain se vogliamo essere scientifici)!
Bene, adesso abbiamo un colpevole, tutti felici, ci sentiamo più sereni…eh no!! Vediamo invece cos’è e come tenerlo buono!
Quando settiamo un obiettivo minimamente ambizioso ( e se non lo è di che obiettivo si tratta?) ci mettiamo automaticamente in competizione con noi stessi e con gli altri.
A quel punto, la parte più antica del nostro cervello entra in funzione e prende il comando, riportandoci in zone sicure, come ad esempio la serata davanti al televisore, la navigazione senza fine dei social network e lo scorrere infinito di pagine di news sportive e non.
Il cervello lucertola o cervello rettiliano è la prima area che si è sviluppata delle tre da cui è composta la totalità del nostro cervello.
Il nostro cervello è infatti composto da tre aree distinte, indipendenti ed in grado di dominarsi reciprocamente.
Le tre aree sono:
- l’archipallium o cervello primitivo, costituito dal cervelletto e dal bulbo spinale; è lui, cervello rettiliano il colpevole! Maledetto!
- il paleopallium o cervello intermedio, costituito dal sistema limbico;
- il neopallium o neocortex chiamato anche cervello superiore, costituito dagli emisferi cerebrali
Lasciando perdere una trattazione scientifica, non proprio adatta per questo blog, possiamo dire che la prima parte, il nostro cervello rettiliano è colei che ci permette di sopravvivere e di soddisfare i nostri bisogni primari.
È a mio parere la parte che condividiamo con gli animali, quella dei bisogni primari.
Ci è utilissima sempre, ma a volte il suo atteggiamento primitivo e conservativo non ci permette di spiccare il volo.
Questa parte è la responsabile del non sentirsi pronti, delle continue procrastinazioni e quella che ci spinge a perdere tempo immemorabile a preparare un piano perfetto in ogni dettaglio, anche il più inutile, al solo scopo di non iniziare ad agire.
Quindi come acquietare il nostro cervello rettiliano? Il processo più conosciuto ed utilizzato è quello sviluppato dai professori di Harvard Robert Kegan e Lisa Lahey.
Ecco qua il processo per tenere calmo il cervello rettiliano, diviso in 4 semplici passaggi:
(Puoi anche scaricare la mia guida per eseguirli… [download id=”291″])
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Definisci quali sono i tuoi obiettivi e goals
Questo non è un vero e proprio punto di azione anti cervello rettiliano, ma una pre-focalizzazione su dove vuoi arrivare, senza un goal preciso ogni percorso è una perdita di tempo…
Per cui, avanti, definisci il tuo goal.
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Definisci un piano di azione per il tuo goal.
Pianifica i passi per raggiungere il tuo goal, stai generico ma spezzetta il tuo goal finale in tanti piccoli sotto goal.
Non mettere in funzione il cervello rettile, dedica solo il tempo strettamente necessario a questa azione, prova a fare tutto in 30 minuti.
Butta giù una lista ma non stare ad abbellirla e ricamarla.
Quali sono le tue credenze limitanti in merito a questo goal?
Quali passi hai paura di svolgere e perché?
Cosa fai invece di agire?
Scrivi tutto, osservati come fossi il supervisore di te stesso
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Analizza le tue credenze limitanti e le tue paure.
Prendile una ad una e cerca la ragione primaria di questa esitazione.
(as esempio, non creo un blog perché potrei sputtanarmi; non agisco perché chissà cosa ne penserebbero i miei colleghi, la famiglia, gli amici etc)
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Quanto sono vere le analisi al punto precedente?
Come puoi mitigare il rischio e ri-etichettare la sensazione?
Ad esempio, potrei aprire un blog o scrivere un libro sotto uno pseudonimo, poteri spiegare chiaramente ai miei cari cosa voglio fare e coinvolgerli etc).
Motivazioni valide e percorsi alternativi di sicurezza tranquillizzeranno il nostro cervello rettile, lasciandolo tranquillo come una lucertola sotto il sole di agosto, lasciandoci la possibilità di prendere il controllo delle nostre azioni!
Cosa ne pensi?
Ecco cosa dice ad esempio il famoso neurologo Paul MacLean
Ti sei mai trovato in questa situazione? Se sì come hai agito?
A proposito di agire, cosa ne dici di condividere questo post?
Dai a tutti la possibilità di affrontare il Godzilla dentro di loro!
Ho generato una guida più approfondita sul cervello rettiliano, la puoi trovare qua! LINK
PS: Non sempre il cervello rettiliano è un male; alcuni eseprti di marketing provano a puntare su di esso per convincerti nelle presentazioni!
8 risposte a “Cervello rettiliano, perché ci boicotta e come tenerlo sotto controllo!”
Ciao
Ciao Mario, benvenuto!
Super,grazie….mi è capitato molte volte trovarmi nelle stesse situazioni … mannaggia sto cervello rettiliano
dai, pensa positivo, lo fa per salvaguardarci… ma a volte é un pò troppo premuroso.
Come una mamma, lo si può comunque cercare di rassicurare e convincere, in modo che abbassi un pò la guardia e ci dia fiducia…
[…] nel nostro cervello c’è una parte che si fa un po’ i fatti suoi (il cervello rettiliano) se poi il resto non lavora con efficienza, siamo proprio […]
[…] Lavora all’allargamento di quella che viene chiamata “zona di confort” anche iniziandola a chiamare con il nome giusto… “prigione anti crescita”. […]
[…] Ti sei autoconvinto che rendi al meglio quando manca poco. […]
[…] come il putamen (no, non è una parolaccia, controlla) situato nel proencefalo, preparando il cervello e il corpo all’azione in modo che ci muoviamo in modo più efficace. Nel tempo il cervello […]