Lo hai sentito in tutte le salse, te lo hanno detto nelle riunioni periodiche, lo hai letto su libri ed articoli motivazionali e lo hai sentito da vari guru, “non dovresti vergognarti di mostrare la tua emotività in ufficio”.
Te lo confermo, è vero; è passato il periodo ed il mito dell’uomo (o la donna) granitico, inscalfibile, un muro di gomma che non esprime emozioni.
Da alcuni anni siamo entrati nell’ “era emotiva”.
Vero, l’emotività in ufficio può farti apparire più reale, più vero ed onesto, ma come esprimere in maniera positiva e costruttiva per te e per gli altri la propria emotività in ufficio?
Ecco i 5 sentimenti che non dovresti avere paura di mostrare per una corretta applicazione dell’emotività in ufficio:
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Vulnerabilità
Nel suo libro del 2012 The Advantage , Patrick Lencioni sostiene che i buoni leader mostrano la loro vulnerabilità usando espressioni come “Sono fregato”, “Ho bisogno di aiuto” e “La tua idea è migliore della mia.”
Espressioni che permettono di mostrarsi aperti e vulnerabili agli altri, un’iniziativa lodevole ed utile, ma bisogna fare attenzione ad applicarla; una cosa è il condividere ed espletare le tue debolezze, l’altra è farlo in un modo che indebolisce la tua credibilità ed importanza.
Ad esempio:
Parlando con un collega, lo informi di aver iniziato a seguire un corso di “public speaking”, al fine di migliorare una capacità necessaria per il tuo lavoro ma che non è mai stata facile per te.
Ecco questo è un buon modo di portare la propria emotività in ufficio; ti apri verso qualcuno di cui ti fidi e mostri le tue debolezze, il tuo coraggio, l’onestà di ammettere che in un compito non sei il massimo e la lodevole voglia di imparare.
Confessare invece questa debolezza all’inizio del tuo intervento pubblico a mo’ di giustificativo, ecco questo non è assolutamente essere emotivamente intelligenti.
Analizza e condividi le tue vulnerabilità, ma solo con persone con cui hai un rapporto e solo quando la “confessione” non danneggia le tue azioni.
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Empatia
Mostrare empatia ti avvicina a tutti quelli con cui entri in contatto, ma occhio a non esagerare…
Ci sono momenti in cui trasmettere l’empatia in certi modi può effettivamente indebolire la tua capacità di leadership o il tuo rapporto con gli altri.
Entrare in empatia con le difficoltà che possono avere i membri del tuo team è una cosa positiva e lodevole.
Lasciare che queste difficoltà giustifichino per troppo tempo te stesso, l’ambiente lavorativo o il processo di lavoro è un’altra totalmente diversa.
Bisogna essere emotivamente intelligenti per entrare in empatia con qualcuno, e solamente intelligenti per capire fino a quando e dove supportare la persona che è in crisi.
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Gioia
Giusto provare gioia e felicità sull’ambiente di lavoro; questi sentimenti possono essere molto utili per la produttività ed un ambiente di lavoro unito.
Ma occhio a non esagerare; esperienze divertenti possono portare ad un esagerazione da parte di alcune persone (solitamente i più esuberanti).
Questo potrebbe mettere in crisi le prestazioni ed i sentimenti delle persone più introverse e tranquille.
Quindi ok al team building, le attività condivise e tutto quello che serve per creare affinità e condivisione, ma attenzione al benessere ed al gusto di tutti, altrimenti le varie arttività si riveleranno armi a doppio taglio.
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Rabbia
La rabbia emerge dalla frustrazione, dall’ansia e dal conflitto, ma urlare e dare in escandescenze non è mai la risposta giusta. Il primo passo per incanalare la tua rabbia in un modo emotivamente intelligente è semplicemente quello di fare un passo indietro e chiederti se la situazione giustifichi tali sentimenti negativi, quello che i nostri saggi genitori chiamavano “contare fino a 10…”
Questo di solito significa rimuovere temporaneamente te stesso dalla fonte della tua frustrazione in modo da ottenere un po’ di chiarezza. Dopo averlo fatto, trova le parole che ti consentono di esprimere le tue preoccupazioni a chiunque sia il responsabile, in maniera assertiva ma non aggressiva. Evita il linguaggio accusatorio e concentrati sulla soluzione piuttosto che sul problema. In effetti è normale arrabbiarsi al lavoro ogni tanto, ma sfogarsi ed accusare non aiuta mai .
Domani dovrai lavorare ancora con questa persona, ricordatelo! Soprattutto non buttarla mai sul personale né prenditi la libertà di usare termini offensivi o degradanti.
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Paura
La paura è un’altra emozione inevitabile che incontrerai sul lavoro, solitamente a causa di situazioni interpersonali imbarazzanti. Forse hai paura di chiedere al tuo capo una promozione o di sollecitare la risposta di un cliente in merito ad un’offerta pendente.
Così spesso procrastini, tendi a rimandare all’infinito, fino a quando non sarà troppo tardi per effettuare quell’azione.
L’approccio migliore è invece quello di riconoscere la vostra ansia e riconoscere che si sta andando in maniera conscia nella situazione di disagio.
Ok, non c’è problema, affronta quella cosa pensando solo al risultato; una volta fatta, qualsiasi sia stato l’esito, proverai una fantastica sensazione di auto compiacimento (certo, in caso di risposta negativa dovrai “ammortizzarla” per prima cosa) ed ogni volta sarà un po’ più semplice eseguire questa azione o un’altra simile.
Quando la tua paura deriva dal confronto con un superiore, ricorda che il titolo e il grado non definiscono la leadership. Più parli e dimostri fiducia nell’autorità, più leadership riuscirai a proiettare nonostante il tuo nervosismo di fondo.
Intelligenza emotiva, conclusione
L’intelligenza emotiva implica il contatto con le nostre emozioni in modo che servano – piuttosto che indeboliscano la nostra leadership. Non cercare di “gestire” o sopprimere la tua emotività in ufficio, ma cerca di comunicarla al meglio, in modo da incrementare costantemente il rapporto con i tuoi colleghi, superiori e clienti.