Puoi essere alla ricerca di un lavoro o averne già uno che consideri sicuro (?), ma in ogni caso ci sono delle competenze su cui dovresti lavorare per non rimanere indietro rispetto al mercato del lavoro ed essere pronto per nuove sfide.
Ci sono competenze che sono puramente tecniche e le stesse variano da un mestiere all’altro, ma ce ne sono altre, dette soft skills che possono fare davvero la differenza nel mondo del lavoro attuale e futuro.
Vediamole:
1. Complex problem solving:
Semplicemente la capacità di risolvere un problema.
È l’analisi dei processi cognitivi che la mente umana mette in atto, consistente normalmente nella presa in carico del problema, nella sua analisi e scomposizione, nella formulazione di una o più ipotesi e nel test delle stesse al fine di trovare una soluzione idonea.
Fondamentale quindi forza di volontà, intraprendenza, intuizione e capacità d’azione.
Molto utile anche l’abilità di mantenere la calma e l’equilibrio ed una predisposizione mentale tali da poter risolvere la criticità, nel modo più corretto e veloce possibile.
2. Critical Thinking:
ovvero la capacità di sviluppare un pensiero critico, di esprimere cioè un pensiero logico e razionale, non influenzato da fattori esterni.
La capacità di analizzare oggettivamente le informazioni che si hanno, in modo da interpretarne i dati al fine di costruire un pensiero proprio e giungere a delle conclusioni personali.
3. Creativity:
la creatività è fondamentale (l’abbiamo già incontrata in parte nel punto 1).
Ma perché è una competenza così importante, tanto da meritarsi il terzo posto? Perché è quella che ci consente di avere una visione laterale, la chiave vincente per sognare un idea o un progetto e poi il trait d’union per unire ed evidenziare le proprie capacità e competenze.
4. People Management:
Cioè la capacità di gestire e coordinare le persone che lavorano per te o insieme a te.
Forse una delle competenze più difficili per l’italiano medio che tende ad essere molto “solista” e poco partecipativo.
L’unione tra le persone e le relazioni tra di esse sono oramai centrali all’interno di un’organizzazione contemporanea.
Non è più possibile pensare di avere le capacità ed il tempo per fare tutto; è necessario concentrarsi sui propri punti di forza e competenze, lavorando con altri talenti e/o delegando i compiti ad altre persone.
Gestire persone vuol dire anche attrarle, motivarle, affiancarle e valorizzarle in modo che il team rimanga sempre coeso, tutti crescano e ogni parte del gruppo remi nella stessa direzione in modo da portare produttività e benessere collettivo.
5. Coordinating with others:
Ossia coordinazione con gli altri e fare gioco di squadra (sì, è simile al punto 4, ma in questo caso si è parte del team, non a capo dello stesso).
Lavorare in un team significa, oltre che curare le relazioni interpersonali, saper organizzare il lavoro, stabilire le priorità – e saperle cambiare se necessario – in modo che tutto il team lavori con coordinazione al raggiungimento di un obiettivo comune.
In una parola: cooperazione.
6. Emotional Intelligence:
Ossia l’Intelligenza Emotiva, costituita dall’insieme di 5 elementi fondamentali: la consapevolezza, la padronanza di sé, la motivazione, l’empatia, l’abilità nelle relazioni interpersonali.
Su questa importantissima competenza vi rimando ai best-seller di Daniel Goleman.
7. Judgment and Decision Making:
Avere capacità di giudizio in maniera indipendente e capacità di prendere decisioni al momento opportuno è fondamentale.
Decidere nel momento in cui è necessario farlo quasi sempre porta ad importanti risparmi di tempo e di denaro ed all’evitare o arginare in maniera rapida e competente problematiche e contestazioni.
Ma cosa serve per decidere bene?
Per decidere bene è necessario imparare a riflettere prima, in quanto le decisioni impulsive non portano quasi mai a soluzioni funzionali sul medio/lungo periodo – e sviluppare il proprio pensiero critico, già emerso nei punti precedenti.
Il pensiero critico e laterale, sono capacità migliorabili con la presa di coscienza e “l’allenamento”.
Gli elementi essenziali che vanno a costituire un normale processo decisionale sono: il giudizio, la percezione del rischio, le emozioni, il passato vissuto.
8. Service Orientation:
È la capacità e predisposizione a prestare servizi: ossia la disponibilità, il modo di porsi, l’attenzione e l’importanza, nonché assistenza, che viene riservata ai clienti, sono aspetti cruciali.
Nella mia esperienza lavorativa ho sempre sentito questo detto: “La prima macchina la vende il commerciale, dalla seconda in poi ci pensa il tecnico”.
Il post vendita, il follow-up, il customer service sono sempre più indispensabili, sia per evitare feedback negativi (che soprattutto negli ultimi anni con i social media possono avere diffusione enorme) sia per tenere fedele il cliente che sarà più disponibile ad acquistare nuovi servizi e prodotti.
9. Negotiation:
la capacità di negoziare è abilità d’importanza strategica ed è determinante saperla usare nei momenti in cui serve.
Il termine negoziazione viene spesso associato alle attività strettamente commerciali, che riguardano soltanto l’aspetto economico.
In realtà, essendo questo un processo attraverso il quale 2 o più interlocutori – con motivazioni, percezioni e bisogni diversi – cercano di raggiungere un accordo su un punto di interesse reciproco, è facile intuire come sia possibile negoziare anche valori, idee, piani di azione, così come i punti di vista e così via.
10.Cognitive Flexibility:
ossia flessibilità cognitiva, ovvero la capacità di cambiare schema comportamentale e mentale in base alle situazioni in cui ci troviamo e ai feedback ricevuti – o stimoli esterni.
Va benissimo tenere una traccia ed una direzione di lavoro, di rapporto verso il cliente ma bisogna essere pronti anche ad essere flessibili.
Questa capacità di adattamento è fondamentale per rispondere in tempi rapidi ad un cambiamento, è un riposizionamento di se stessi e delle proprie idee di fronte ad un cambiamento della situazione.
Fondamentale nelle trattative commerciali ed in ogni aspetto della vita in cui ci si debba rapportare con altri.
Mi capita sempre più spesso di leggere in merito a timore e preoccupazione di fronte alle sfide portate dalla tecnologia, alla paura di essere sostituiti nel’ adempimento del proprio lavoro da macchine e robot…
Ecco, conoscere ed applicare, almeno in parte queste competenze ci metterà al riparo dalla sfida per il posto di lavoro contro HAL9000 ed i suoi pronipoti.
Conosci qualche altra competenza che ritieni indispensabile per lavorare tra 5/10 anni?
Una risposta a “Competenze richieste dal mercato del lavoro tra 10 anni”
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